giovedì 23 maggio 2013

Armi chimiche nella prima guerra mondiale

La Guerra dei Gas
La prima Guerra Mondiale fu un conflitto per molti aspetti innovativo. La prima cosa a cambiare fu la stessa concezione della guerra, intesa fino ad allora come guerra lampo, basata su pochi scontri diretti che avrebbero subito decretato il vincitore. Ma le cose non andarono come previsto. La guerra si trasformò da subito in guerra di posizione, dove gli attacchi erano davvero sporadici ma soprattutto inutili, dal momento che le truppe attaccanti erano sempre attese dalle mitragliatrici nemiche, che costituivano un muro invalicabile e trasformavano ogni attacco in una terrificante carneficina. Centinaia di vite venivano letteralmente falciate in pochi minuti.
Per uscire da questa situazione di stallo si rese indispensabile l'introduzione di una nuova e terrificante arma:i gas chimici. Non era la prima volta che tale arma veniva utilizzata. Fin dall'antichità infatti l'uomo si era servito di fuochi, fumi e vapori per difendersi dagli animali e dai nemici. Il primo attacco di gas documentato avvenne nel V secolo a.C., quando gli Spartani attaccarono Atene e lanciarono contro le mura della città tronchi imbevuti di bitume e zolfo che resero l'aria irrespirabile. Più avanti nel tempo, anche i romani fecero uso di armi chimiche, come il vetriolo verde, un potente prodotto con cui avvelenavano pozzi e riserve idriche dei nemici. Ma la più potente arma tossica-incendiaria del primo millennio dopo Cristo fu il famoso "fuoco greco", formato da una mistura di nafta, zolfo, calce viva e salnitro, usato nel 673 d.C. dai Bizantini contro gli Arabi nella guerra di Cizico nell'Asia Minore.
Altre occasioni più vicine alla Grande Guerra in cui vennero utilizzate armi chimiche furono la Guerra di Crimea e la Guerra Franco-Prussiana. Ma si può affermare che nelle varie epoche storiche, in occasione di guerre e di assedi in cui si fece uso di prodotti tossici, essi non influenzarono l'andamento delle stesse, anche perché le conoscenze di chimica rimasero scarse sino a tempi piuttosto recenti.
A partire comunque dagli ultimi decenni del 1800 e l'inizio del 1900, le condizioni generali della chimica dopo una lunga gestazione di laboratorio, erano in grado di fornire prodotti dalle straordinarie capacità indispensabili al progresso. Anche se preparate con finalità di pace, molte sostanze rivelarono proprietà tossiche ben superiori ai prodotti normalmente usati in chimica industriale o come veleni per altri scopi e finalità d'uso. Alcuni potentissimi gas, erano stati prodotti in origine per essere utilizzati in industrie tessili e farmaceutiche, ma quasi per caso vennero scoperti gli effetti devastanti che potevano avere sull'organismo umano.
Fu con queste armi subdole e ambigue che l'Europa si avviò al suo sanguinoso e drammatico appuntamento con il destino: la Grande Guerra.

Va però ricordato che già dal 1899, e poi nel 1907, era stato bandito l'utilizzo di armi chimiche dalla Convenzione Internazionale dell'Aja. Ma per i paesi impegnati nel conflitto sembrava l'unica strada per uscire dalla situazione di immobilità in cui a Guerra versava.

I primi ad utilizzare armi-chimiche furono i francese( anche se tradizionalmente si pensa siano stati i tedeschi), che già negli ultimi mesi del 1914 lanciarono alcuni proiettili caricati a gas lacrimogeni contro i tedeschi, su una parte molto limitata del fronte. I risultati furono però assai deludenti.
Ma i francesi commisero una grave imprudenza: i tedeschi infatti erano il primo produttore mondiale di prodotti chimici. La risposta non si fece attendere molto. Nel novembre 1914 e gennaio 1915 le truppe germaniche sferrarono alcuni attacchi contro gli anglo-francesi facendo uso di gas, che però a causa delle basse temperature non vaporizzarono completamente e gli effetti non si videro.

L'inizio della guerra chimica si fa però risalire al 22 aprile 1915. Per il 20 aprile i comandi tedeschi avevano preparato un attacco a sorpresa contro le truppe anglo-francesi ad Ypres, basato esclusivamente sull'utilizzo del gas, cloro in particolare. Ma le condizioni meteorologiche si fecero favorevoli solamente il 22 aprile. Alle ore 17.00 un generale inglese vide avanzare verso la propria linea una nuvola che sembrava l'onda di un maremoto, ed i propri compagni correre tenendosi le mani alla gola e con i bulbi degli occhi all'infuori. Al termine dell'attacco i gasati furono circa 15.000, dei quali più di 5.000 morirono.
Fortunatamente gli effetti dei gas furono così devastanti solo nella primissima fase del conflitto. Vennero subito introdotte efficaci protezioni come le maschere a filtro, e si passò dai 1500 gasati per tonnellata di cloro del 1915, ai soli 5 gasati del 1918.
Sul fronte italiano l'inizio della guerra chimica risale invece al 29 giugno 1916, quando gli austriaci lanciarono un attacco a sorpresa contro i nostri soldati. Gli effetti dell'attacco furono ingenti:5000morti tra le file italiane. Ma le condizioni meteorologiche mutarono presto, e gli attaccanti vennero sorpresi dallo stesso gas che avevano lanciato sul nemico, spinto indietro dai venti. Anche per gli austriaci le perdite furono sostenute.
In questa occasione inoltre si fece uso per la prima volta sul nostro fronte di un'arma primitiva e  rozza come la mazza ferrata. La usarono le truppe austriache per porre fine all'agonia dei gasati italiani. Quando mancavano le mazze regolamentari, i soldati si accontentavano di utilizzare semplicemente o la picozza che portavano sempre con sè oppure il calcio del fucile; altre volte costruivano delle mazze artigianali con quello che trovavano disponibile, come chiodi da baracca e spole di granate. Fu in particolare contro quest'arma che la nostra propaganda fece leva, per spingere l'esercito e l'opinione pubblica ad aumentare l'odio verso il nemico.




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